03 marzo 2009

Un mondo senza scopo

La mancanza di scopo e l’incombente tragedia che risulta dalla sua assenza si possono trovare non solo nelle persone, ma in ogni cosa. Quando gli elementi della natura perdono il loro scopo, i risultati sono caos e distruzione. Quando le nazioni, le società, le comunità, le organizzazioni, le amicizie, i matrimoni, le associazioni, i Paesi o le tribù perdono il loro senso dello scopo e del significato, ecco che regnano confusione, frustrazione, scoraggiamento, delusione ed il suicidio.

Lo scopo è il maestro della motivazione e la madre dell’impegno. È la fonte dell’entusiasmo e l’utero della perseveranza. Lo scopo dà alla luce la speranza ed instilla la passione di agire. È il denominatore comune che dà ad ogni creatura un elemento distintivo. Tale motivante senso dello scopo è più di un orientamento verso una meta. Piuttosto è la coscienza profonda di una visione comune che avvolge tutta la vita e l’esistenza. Senza una visione possiamo solo esistere. Non proviamo nessuna passione per la vita e non abbiamo una ragione per svegliarci la mattina. Migliaia di anni fa, un re conosciuto come l’uomo più saggio mai esistito disse: “Vanità delle vanità, dice l’Ecclesiaste, vanità delle vanità, tutto è vanità (Ecclesiaste 1: 2,3). Questa fu la sua conclusione dopo anni di osservazione della vita, delle attività, dei piani e delle realizzazioni umane al di fuori del senso dello scopo personale o collettivo. Tali parole, con il loro triste eco, sono tornate a tormentarci circa seimila anni dopo. Noi affrontiamo il mondo che avanza come una nave spaziale dopo aver smarrito i piani di volo. Il pianeta Terra è come una madre i cui figli hanno perso completamente il senso della direzione e del valore della vita.

Parlando globalmente, tutto è in movimento. Fusioni ed acquisizioni, deregolamentazioni e cambi di agenzie di controllo, tecnologie informative e competizione internazionale alterano la forma e la forza della nostra economia e del nostro modo di fare affari. I cambiamenti demografici, le strutture industriali riallineate, le nuove alleanze strategiche, le tecnologie innovative, inusuali metodi lavorativi e la volubilità del mercato azionario richiedono un fresco approccio al commercio. La competenza crescente, il restringimento del mondo in un grande villaggio globale, il movimento verso mercati più liberi negli ex paesi comunisti e la realtà emergente dell’Unione Europea alterano il modo in cui affrontiamo il mondo ed il modo in cui esso affronta noi. Molte nazioni industrializzate si stanno trasformando in stati del Terzo Mondo, mentre numerose persone migrano dalle nazioni sottosviluppate. Ideologie, esistenti da lungo tempo, stanno evaporando nel fuoco del cambiamento rivoluzionario. Le istituzioni, da sempre ritenute come sacre, stanno sbriciolandosi sotto il peso della pressione sociale. La situazione è la stessa praticamente in ogni nazione. C’è confusione politica, frustrazione ideologica, inquietudine sociale, incertezza economica, bancarotta morale, corruzione istituzionalizzata e delusione religiosa. Il tutto dimora in un ambiente diplomaticamente fragile. Il mondo è diventato un’incubatrice di stress, depressione, disperazione e paura. Sembra che i regni e i governi di questo mondo stiano andando in bancarotta. Non offrono più soluzioni innovative a tali problemi crescenti. Le nazioni industrializzate sono fragili come quelle del Terza Mondo. Gli enormi cambiamenti nelle situazioni nazionali ed internazionali e le transizioni economiche, politiche, sociali e culturali che li hanno accompagnati, ora presentano un’equazione globale completamente differente. In ogni nazione c’è anche una generazione che sembra avere perso il suo senso dello scopo. Sono fuori dalla portata dei valori, della morale e delle convinzioni che costruiscono famiglie forti, comunità sicure, società sane e nazioni prospere. Così, il tessuto morale della maggior parte della società viene sforzato e provato fino ai suoi limiti estremi. In ogni nazione la preoccupazione è la stessa. Molte istituzioni stagionate, negli stati industriali, vengono messe alla prova dalle sfide che minacciano di trasformare la tradizione richiedendo risposte innovative e creative. La natura dinamica del Terzo Mondo e delle nazioni in via di sviluppo, a causa della estrema giovinezza delle loro istituzioni e delle loro fondamenta industriali, sono ancora più sotto pressione per reagire efficacemente a questo cambiamento dell’ambiente globale. I capi politici, civili, economici e religiosi del mondo sono perplessi mentre guardano le loro infrastrutture sociali crollare sotto il peso di queste richieste di una società nuova e complessa.

Uno strano senso di insicurezza, di confusione e di perdita dello scopo accompagna queste modificazioni. La storia ci mostra come il valore della vita e la qualità dell’esistenza siano svilite, quando una generazione perde il suo senso del destino e dello scopo. Uno sguardo veloce al nostro mondo attuale mostra una triste immagine che richiede la nostra attenzione. Noi, per esempio, preserviamo la natura, ma uccidiamo i bambini. Costruiamo solide case, ma non riusciamo ad edificarle durature. Siamo più intelligenti ma non più saggi, più grandi ma non più forti. Conosciamo di più ma capiamo di meno, viviamo più a lungo ma ci godiamo meno la vita. Scriviamo più libri ma non abbiamo tempo per leggerli. Andiamo più veloci ma non arriviamo da nessuna parte, conquistiamo lo spazio ma non riusciamo a vincere le nostre abitudini, proteggiamo le balene ma abusiamo dei nostri bambini, andiamo sulla luna ma non troviamo la via di casa, giochiamo con la fantasia per evitare la realtà.

Gli Stati Uniti d’America, la più grande nazione della storia recente, è giunta al bivio a causa della mancanza di uno scopo nazionale. Warren Bonnie, famoso professore di amministrazione d’azienda all’Università del Sud California, ha scritto nel suo libro Diventare un leader:
“L’America ha perso l’affilatura della lama perché ha perso la via. Abbiamo dimenticato la ragione della nostra esistenza. Parliamo di libertà e di democrazia, ma pratichiamo la sregolatezza e l’anarchia… Come nazione non possiamo sopravvivere senza virtù pubblica, non possiamo progredire senza una visione comune, L’America non ha un senso nazionale dello scopo dagli anni sessanta, quando, mostrando come mai prima di allora di avere una causa comune, milioni di americani si sono opposti con veemenza alle politiche del governo”.

Le parole del professor Bonnie fanno eco ad un detto antico, scritto dal re Salomone: “Se il popolo non ha rivelazione (visione) è senza freno…” (Proverbi 29: 18). Con la fine del comunismo nell’Europa dell’Est, l’ultima fonte di scopo nazionale dell’America è evaporata. La minaccia “rossa” e la guerra fredda non sono più lì a fornire la causa comune di impegno nazionale della quale ha bisogno ogni nazione. Le parole del re Salomone contengono principi a cui ogni essere vivente dovrebbe prestare attenzione. Dove non c’è uno scopo, non ci sono limiti, né principi morali, né confini etici. Questo principio è sempre più evidente nelle nostre vite personali e collettive. L’America e l’Europa spendono più denaro all’anno in droghe che in petrolio, senza contare gli altri continenti, La “Terra dell’uomo libero e la Casa dell’uomo coraggioso” è diventata la nazione più drogata del mondo. Il mio amico, prof. Bonnie, prosegue affermando: “Nel momento in cui abbiamo deciso che potevamo crearci la nostra realtà, non ci sono più serviti i sogni, dimenticando come un sonno senza sogni sia la morte”.

Il famoso scrittore e produttore televisivo Norman Lear, commentando la disillusione americana ha detto: “Il male sociale dei nostri tempi è il pensiero a breve termine”. In sostanza, abbiamo perso la visione a lungo termine ed il nostro senso del destino. Dove non ci sono uno scopo, una ragione interiore per vivere e un significato per la vita, la richiesta di disciplina, d’impegno, di autocontrollo e di rispetto per l’autorità gradualmente diminuiranno, fino a quando noi, come il Sig. Cambridge, ci siederemo nel mezzo di tutto ciò che abbiamo compiuto nella vita e grideremo con rimpianto: “E’ tutto qui?”

In tutti questi anni di lavoro, di esperienze, di viaggi nel mondo, con uomini d’affari, nelle università, nei governi, nelle chiese, nelle scuole, nei matrimoni e nelle famiglie, ho incontrato innumerevoli individui che hanno raggiunto livelli di successo incredibili ma si sono ritrovati a combattere con una fame interiore che rivelava un bisogno profondo di realizzazione personale ed il desiderio di dare un senso alla propria vita. Questo sentimento di vuoto e di fallimento interno, anche dopo aver raggiunto il successo sociale e materiale è la conseguenza diretta del fallimento nello scoprire lo scopo della propria vita e la ragione per la quale siamo nati. Finchè non verranno scoperti, la vita umana rimane un esperimento che è basato sulle teorie e sulle ipotesi.

Devi comprendere che la tua realizzazione nella vita dipende dal tuo divenire e dal tuo fare ciò per cui sei nato. In mancanza di ciò, la vita diventerà la tua nemica e la morte la tua amica. È essenziale, cruciale e necessario che tu capisca questo principio fondamentale della scopo e che tu lo prosegua con tutto il tuo cuore. Perché senza uno scopo, la vita non ha cuore. Ricordati, quelli che non sanno dove stanno andando, probabilmente finiranno per arrivare da qualche altra parte, lontani dal loro scopo.

“Io quindi corro così; non in modo incerto; lotto al pugilato, ma non come chi batte l’aria” (1 Corinzi 9: 26).

Alleluia !

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