12 settembre 2011

Join the Rotary International Youth Orchestra

Patriarch Prophet Elijah (secular name: Prof. Giuseppe Savazzi) invites you to join his new project: the Rotary International Youth Orchestra.

1st International Music Festival in India, you are all invited to join the Rotary International Youth Orchestra project! Hyderabad-Andhra Pradesh-India, January/February 2012.

http://riyorchestra.wordpress.com/


28 dicembre 2010

LA ROTARY YOUTH INTERNATIONAL ORCHESTRA IN CONCERTO


La tournée concertistica internazionale della Rotary Youth International Orchestra del 1990 sponsorizzata da Lufthansa apriva le strade al grande sogno e progetto di Dio: la JESUS CHRIST SYMPHONY ORCHESTRA.

La Rotary Youth International orchestra che ha tenuto il concerto organizzato dal Rotary Club Galilei al Teatro Verdi, a beneficio dell'Associazione per la ricerca sul cancro, ha conquistato il pubblico pisano…
Le notizie su questa orchestra appena nata, di giovani di vasta internazionalità, costruita dal Rotary International anche con la collaborazione di Claudio Abbado, che l'avevano preceduta annunziando questa serata come un avvenimento di rilevante importanza artistica, erano state considerate con un po' di sospetto.
… Ma già durante il programma gli applausi si erano fatti sentire, si erano ripetuti calorosamente alla fine dei brani e, alla conclusione, i cento giovani orchestrali sono stati festeggiati con entusiasmo e richieste di replica. Il maestro Savazzi e il pianista Philippe Bianconi sono stati insistentemente fatti tornare alla ribalta…
… Il giovane maestro Giuseppe Savazzi che nella fortunata carriera ha già collaborato con le orchestre della Scala di Milano, del San Carlo di Napoli, dell'Arena di Verona, del Teatro Sperimentale di Spoleto, della RAI di Milano, è oggi direttore stabile della International Chamber orchestra of Europe e direttore designato di questa Orchestra dei Rotary…
… Il concerto s'è aperto con la Sinfonia dalla Forza del Destino di Verdi che è una delle pagine più popolari del repertorio sinfonico verdiano…
Per l'esecuzione del Primo Concerto in re minore op. 15 di Brahms per pianoforte e orchestra è stato protagonista Philippe Bianconi, francese, non ancora trentenne, pianista di talento…
La terza ed ultima parte della serata è stato un felice ascolto della Nona Sinfonia in mi minore op. 95 dal Nuovo Mondo di Dvorak che è la più popolare delle opere del compositore boemo..
Calato il sipario del Verdi, spentasi la lunga eco degli applausi di questo concerto di successo, la Rotary International Orchestra continua la tournée italiana e successivamente proseguirà gli spettacoli in Europa e nel mondo. Questo ambizioso progetto, consente di esprimere fra la gente i messaggi delle finalità del Rotary: diffondere cultura, proporre col linguaggio universale della musica amicizia e fraternità, offrire ai giovani musicisti che hanno talento un'occasione di affermazione professionale, realizzare col ricavato dei concerti, grandi e sentite opere umanitarie.

La tournée concertistica è stata sponsorizzata da Lufthansa.

24 maggio 2010

Bibliografia

Se sei interessato ai libri di Giuseppe Savazzi richiedi una copia chiamando 339-7830244
o scrivendo a info@giuseppesavazzi.com


Quanto vale una bottiglia d'acqua nel deserto?
Quanto vale un quintale di diamanti nel deserto?



Mi rifiuto di avere paura



Niente è impossibile



Un cammino vicino alla luce



Io posso ogni cosa



Io posso nascere di nuovo



Essere monaci nel mondo

30 marzo 2009

Non costruire sulla sabbia

Di fronte allo spettacolo del mondo, ciascuno ha motivo di essere disorientato, angosciato. Quindi, cosa resta da fare? Alcuni consulteranno psicologi e psicanalisti… Altri andranno ad interrogare astrologi, medium, chiaroveggenti, come avviene sempre più spesso ai giorni nostri. Questo prova che nessuna delle due categorie ha capito dove e come vadano ricercate le vere certezze, le vere ragioni per essere fiduciosi nel futuro.

Esistono persone capaci di decifrare l’avvenire, ma sono rare; e anche se queste vi informassero sugli avvenimenti che si verificheranno, starà comunque a voi trovare in che modo agire per non sprecare tutte le vostre opportunità e affrontare le prove. Dunque, invece di andare ad interrogare chiunque, è più ragionevole che vi occupiate di costruire in voi stessi

qualcosa di solido, che vi permetterà di utilizzare per la vostra evoluzione tutto ciò che vi accade, sia le gioie che le tristezze, sia i successi che i fallimenti.

Gesu’ lo dice cosi’:"Percio’, chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, io lo paragono ad un uomo avveduto, che ha edificato la propria casa sulla roccia. Cadde la pioggia , vennero le inondazioni, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa; essa pero’ non crollo’, perche’ era fondata sopra la roccia.

Chiunque invece ode queste parole non le mette in pratica, sara’ paragonato ad un uomo stolto, che ha edificato la sua casa sulla sabbia. Cadde poi la pioggia, vennero le inondazioni, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa; essa crollo’ e la sua rovina fu grande “ (Matteo 7 : 24-27).

La roccia e’ far dimorare Gesu’ in noi nel pensiero, parola e azione.

Alleluia!

Siamo chiamati a servire

La tendenza naturale degli esseri umani è di provvedere ai propri bisogni e risolvere i propri problemi senza tenere conto degli altri ed anche, se lo trovano necessario, a loro discapito.

Ebbene, questi sono pessimi calcoli. Io vi dico che, nel vostro interesse, dovete decidervi a non lavorare più soltanto per voi stessi ma per la collettività. Sì, nel vostro interesse, perché voi siete una parte della collettività, e quando essa migliora e progredisce, anche voi beneficiate di quei miglioramenti. Voi stessi guadagnate, perché avete posto il vostro capitale nella banca che si chiama famiglia umana, la fratellanza universale di cui siete membri. Quando invece lavorate solo per voi, nell'interesse del vostro sé limitato, non potrà arrivarvi niente di buono da quell'attività.

Direte: «Ma sì, visto che ho lavorato per me». No, poiché il vostro sé separato, egoista, è un abisso senza fondo, sempre insoddisfatto, e lavorando per lui gettate tutto in quell'abisso. Dovete dunque spostare lo scopo del vostro lavoro e porlo molto in alto, in un ideale di universalità. Se dobbiamo scegliere tra la parola liberta’ e la parola servitu’ sono sicuro che preferiamo la parola liberta’. Eppure noi siamo stati liberati da Dio per servire. Un cristiano e’ un libero signore sopra ogni cos , e non e’ sottoposto a nessuno. Un cristiano e’ un servo zelante in ogni cosa, e sottoposto a ognuno. “Beati quei servi che il padrone, arrivando, troverà vigilanti, in verità vi dico che egli si rimboccherà le vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.“ (Luca 12:37).

Alleluia !

11 marzo 2009

Universal Symphony Orchestra

Come direttore d'orchestra accarezzo un sogno: costruire un nuovo modello di Orchestra capace di veicolare attraverso il linguaggio della musica e attraverso le azioni dei propri componenti un messaggio di armonia universale.

Universale perché universali sono i valori della musica, della gioventù e dell'arte. Universale perché in questo mondo reso ormai piccolo dal progresso tecnologico è non solo importante ma necessario diffondere i valori dell'internazionalità e della fratellanza.

Un obiettivo al quale ho lavorato per anni, mirando a fare della Universal Symphony Orchestra un'esperienza artistica, culturale e morale. Un inno dei giovani alla musica.

Vi invito a collaborare a questo progetto... perché nessuno, da solo, è un'Orchestra!

Dopo più di 5 anni on-line il sito della Universal Symphony Orchestra si rinnova! Un sito più semplice e diretto, dotato di tutte le funzioni necessarie per interagire con i social network (facebook,delicious,digg...) più utilizzati.

Buona navigazione e... venite a trovarci su Facebook!

Giuseppe Savazzi

03 marzo 2009

Un mondo senza scopo

La mancanza di scopo e l’incombente tragedia che risulta dalla sua assenza si possono trovare non solo nelle persone, ma in ogni cosa. Quando gli elementi della natura perdono il loro scopo, i risultati sono caos e distruzione. Quando le nazioni, le società, le comunità, le organizzazioni, le amicizie, i matrimoni, le associazioni, i Paesi o le tribù perdono il loro senso dello scopo e del significato, ecco che regnano confusione, frustrazione, scoraggiamento, delusione ed il suicidio.

Lo scopo è il maestro della motivazione e la madre dell’impegno. È la fonte dell’entusiasmo e l’utero della perseveranza. Lo scopo dà alla luce la speranza ed instilla la passione di agire. È il denominatore comune che dà ad ogni creatura un elemento distintivo. Tale motivante senso dello scopo è più di un orientamento verso una meta. Piuttosto è la coscienza profonda di una visione comune che avvolge tutta la vita e l’esistenza. Senza una visione possiamo solo esistere. Non proviamo nessuna passione per la vita e non abbiamo una ragione per svegliarci la mattina. Migliaia di anni fa, un re conosciuto come l’uomo più saggio mai esistito disse: “Vanità delle vanità, dice l’Ecclesiaste, vanità delle vanità, tutto è vanità (Ecclesiaste 1: 2,3). Questa fu la sua conclusione dopo anni di osservazione della vita, delle attività, dei piani e delle realizzazioni umane al di fuori del senso dello scopo personale o collettivo. Tali parole, con il loro triste eco, sono tornate a tormentarci circa seimila anni dopo. Noi affrontiamo il mondo che avanza come una nave spaziale dopo aver smarrito i piani di volo. Il pianeta Terra è come una madre i cui figli hanno perso completamente il senso della direzione e del valore della vita.

Parlando globalmente, tutto è in movimento. Fusioni ed acquisizioni, deregolamentazioni e cambi di agenzie di controllo, tecnologie informative e competizione internazionale alterano la forma e la forza della nostra economia e del nostro modo di fare affari. I cambiamenti demografici, le strutture industriali riallineate, le nuove alleanze strategiche, le tecnologie innovative, inusuali metodi lavorativi e la volubilità del mercato azionario richiedono un fresco approccio al commercio. La competenza crescente, il restringimento del mondo in un grande villaggio globale, il movimento verso mercati più liberi negli ex paesi comunisti e la realtà emergente dell’Unione Europea alterano il modo in cui affrontiamo il mondo ed il modo in cui esso affronta noi. Molte nazioni industrializzate si stanno trasformando in stati del Terzo Mondo, mentre numerose persone migrano dalle nazioni sottosviluppate. Ideologie, esistenti da lungo tempo, stanno evaporando nel fuoco del cambiamento rivoluzionario. Le istituzioni, da sempre ritenute come sacre, stanno sbriciolandosi sotto il peso della pressione sociale. La situazione è la stessa praticamente in ogni nazione. C’è confusione politica, frustrazione ideologica, inquietudine sociale, incertezza economica, bancarotta morale, corruzione istituzionalizzata e delusione religiosa. Il tutto dimora in un ambiente diplomaticamente fragile. Il mondo è diventato un’incubatrice di stress, depressione, disperazione e paura. Sembra che i regni e i governi di questo mondo stiano andando in bancarotta. Non offrono più soluzioni innovative a tali problemi crescenti. Le nazioni industrializzate sono fragili come quelle del Terza Mondo. Gli enormi cambiamenti nelle situazioni nazionali ed internazionali e le transizioni economiche, politiche, sociali e culturali che li hanno accompagnati, ora presentano un’equazione globale completamente differente. In ogni nazione c’è anche una generazione che sembra avere perso il suo senso dello scopo. Sono fuori dalla portata dei valori, della morale e delle convinzioni che costruiscono famiglie forti, comunità sicure, società sane e nazioni prospere. Così, il tessuto morale della maggior parte della società viene sforzato e provato fino ai suoi limiti estremi. In ogni nazione la preoccupazione è la stessa. Molte istituzioni stagionate, negli stati industriali, vengono messe alla prova dalle sfide che minacciano di trasformare la tradizione richiedendo risposte innovative e creative. La natura dinamica del Terzo Mondo e delle nazioni in via di sviluppo, a causa della estrema giovinezza delle loro istituzioni e delle loro fondamenta industriali, sono ancora più sotto pressione per reagire efficacemente a questo cambiamento dell’ambiente globale. I capi politici, civili, economici e religiosi del mondo sono perplessi mentre guardano le loro infrastrutture sociali crollare sotto il peso di queste richieste di una società nuova e complessa.

Uno strano senso di insicurezza, di confusione e di perdita dello scopo accompagna queste modificazioni. La storia ci mostra come il valore della vita e la qualità dell’esistenza siano svilite, quando una generazione perde il suo senso del destino e dello scopo. Uno sguardo veloce al nostro mondo attuale mostra una triste immagine che richiede la nostra attenzione. Noi, per esempio, preserviamo la natura, ma uccidiamo i bambini. Costruiamo solide case, ma non riusciamo ad edificarle durature. Siamo più intelligenti ma non più saggi, più grandi ma non più forti. Conosciamo di più ma capiamo di meno, viviamo più a lungo ma ci godiamo meno la vita. Scriviamo più libri ma non abbiamo tempo per leggerli. Andiamo più veloci ma non arriviamo da nessuna parte, conquistiamo lo spazio ma non riusciamo a vincere le nostre abitudini, proteggiamo le balene ma abusiamo dei nostri bambini, andiamo sulla luna ma non troviamo la via di casa, giochiamo con la fantasia per evitare la realtà.

Gli Stati Uniti d’America, la più grande nazione della storia recente, è giunta al bivio a causa della mancanza di uno scopo nazionale. Warren Bonnie, famoso professore di amministrazione d’azienda all’Università del Sud California, ha scritto nel suo libro Diventare un leader:
“L’America ha perso l’affilatura della lama perché ha perso la via. Abbiamo dimenticato la ragione della nostra esistenza. Parliamo di libertà e di democrazia, ma pratichiamo la sregolatezza e l’anarchia… Come nazione non possiamo sopravvivere senza virtù pubblica, non possiamo progredire senza una visione comune, L’America non ha un senso nazionale dello scopo dagli anni sessanta, quando, mostrando come mai prima di allora di avere una causa comune, milioni di americani si sono opposti con veemenza alle politiche del governo”.

Le parole del professor Bonnie fanno eco ad un detto antico, scritto dal re Salomone: “Se il popolo non ha rivelazione (visione) è senza freno…” (Proverbi 29: 18). Con la fine del comunismo nell’Europa dell’Est, l’ultima fonte di scopo nazionale dell’America è evaporata. La minaccia “rossa” e la guerra fredda non sono più lì a fornire la causa comune di impegno nazionale della quale ha bisogno ogni nazione. Le parole del re Salomone contengono principi a cui ogni essere vivente dovrebbe prestare attenzione. Dove non c’è uno scopo, non ci sono limiti, né principi morali, né confini etici. Questo principio è sempre più evidente nelle nostre vite personali e collettive. L’America e l’Europa spendono più denaro all’anno in droghe che in petrolio, senza contare gli altri continenti, La “Terra dell’uomo libero e la Casa dell’uomo coraggioso” è diventata la nazione più drogata del mondo. Il mio amico, prof. Bonnie, prosegue affermando: “Nel momento in cui abbiamo deciso che potevamo crearci la nostra realtà, non ci sono più serviti i sogni, dimenticando come un sonno senza sogni sia la morte”.

Il famoso scrittore e produttore televisivo Norman Lear, commentando la disillusione americana ha detto: “Il male sociale dei nostri tempi è il pensiero a breve termine”. In sostanza, abbiamo perso la visione a lungo termine ed il nostro senso del destino. Dove non ci sono uno scopo, una ragione interiore per vivere e un significato per la vita, la richiesta di disciplina, d’impegno, di autocontrollo e di rispetto per l’autorità gradualmente diminuiranno, fino a quando noi, come il Sig. Cambridge, ci siederemo nel mezzo di tutto ciò che abbiamo compiuto nella vita e grideremo con rimpianto: “E’ tutto qui?”

In tutti questi anni di lavoro, di esperienze, di viaggi nel mondo, con uomini d’affari, nelle università, nei governi, nelle chiese, nelle scuole, nei matrimoni e nelle famiglie, ho incontrato innumerevoli individui che hanno raggiunto livelli di successo incredibili ma si sono ritrovati a combattere con una fame interiore che rivelava un bisogno profondo di realizzazione personale ed il desiderio di dare un senso alla propria vita. Questo sentimento di vuoto e di fallimento interno, anche dopo aver raggiunto il successo sociale e materiale è la conseguenza diretta del fallimento nello scoprire lo scopo della propria vita e la ragione per la quale siamo nati. Finchè non verranno scoperti, la vita umana rimane un esperimento che è basato sulle teorie e sulle ipotesi.

Devi comprendere che la tua realizzazione nella vita dipende dal tuo divenire e dal tuo fare ciò per cui sei nato. In mancanza di ciò, la vita diventerà la tua nemica e la morte la tua amica. È essenziale, cruciale e necessario che tu capisca questo principio fondamentale della scopo e che tu lo prosegua con tutto il tuo cuore. Perché senza uno scopo, la vita non ha cuore. Ricordati, quelli che non sanno dove stanno andando, probabilmente finiranno per arrivare da qualche altra parte, lontani dal loro scopo.

“Io quindi corro così; non in modo incerto; lotto al pugilato, ma non come chi batte l’aria” (1 Corinzi 9: 26).

Alleluia !

Diario di viaggio 2007


Il 2007 ha visto la Universal Symphony Orchestra in missione per il mondo insieme al Maestro Giuseppe Savazzi. Ecco un riassunto degli appuntamenti dell'anno in corso:

GENNAIO
Finlandia, Helsinki
Svezia, Stoccolma

FEBBRAIO
Russia, Mosca e San Pietroburgo
Ucraina, Kiev

MARZO
Siria, Damasco
Iran, Teheran

APRILE
Grecia, Atene e Salonnico
Giordania, Amman
Israele, Tel Aviv
Iraq, Baghdad
Armenia, Jeravan

MAGGIO
Singapore
Emirati Arabi, Dubai
Afghanistan, Kabul

GIUGNO
India, Bangalore e Bombay
Corea Del Nord, Pyongyang
Azerbaijan, Baku
Georgia, Tbilisi

LUGLIO
Cina, Pechino
Hong Kong
Thailandia, Bangkok
Pakistan, Islamabad

AGOSTO
Turkia, Ankara

SETTEMBRE
USA, San Francisco e Boston

OTTOBRE
Argentina, Buenos Aires
Brasile, Brasilia e San Paolo

NOVEMBRE
Filippine, Manila

DICEMBRE
Turkmenistan, Ashgabat

Quanto vale una bottiglia d'acqua nel deserto? Quanto vale un quintale di diamanti nel deserto?

TESTIMONIANZA DEL VESCOVO GERMANO ZACCHEO
Giuseppe Savazzi è come un fiume in piena: il suo periodare è sempre ricco e abbondante e il suo argomentare coinvolgente.
Scrive come parla e cioè spontaneo e fluente. Appunto, come uno scorrere di grandi acque. Le pagine che, anche in questo libro, si susseguono con fluida continuità, trasportano dalla sua interiorità al lettore, un grande volume di emozioni, sensazioni, pensieri, riflessioni, citazioni: insomma un vero torrente.

Per paragonare questa geniale produttività letteraria del Savazzi alla sua competenza altissima in fatto di musica, si potrebbe
dire che il suo scrivere è come uno spartito che egli interpreta ed anzi vivifica con l’enfasi dei grandi “ripieni d’organo”. Nella produzione magmatica del suo scrivere passa davvero come una grande energia spirituale. È la sua. È il ritmo fecondo dei suoi pensieri e delle sue gene-rose intuizioni.

Per questo, ogni pagina, è vivificata da una dose (una super-dose, si direbbe) di partecipazione personale: chi, come me, conosce da vicino Giuseppe e ne apprezza la genuinità geniale, resta come coinvolto dalla cascata dei suoi sentimenti e delle sue intuizioni.

Viene da ringraziarlo per il coraggio, la coerenza, l’impegno che trasuda da ogni pagina e da ogni sua comunicazione.
L’ansia è proprio questa: comunicare. E se talvolta alcune interpretazioni bibliche e religiose possono sembrare molto personalistiche e cariche di soggettività, si può stare certi che l’animo è sincero, le intenzioni sono pure, la passione è autentica. Sarebbe bello discutere con lui (e i colloqui sono sempre abbondanti e talora perfino ridondanti) sulle sue più originali intuizioni. Ci sarebbe da parlare per giorni e giorni. Le pagine scritte, nella poliedricità dei temi trattati, ne sono
una conferma.

La passione missionaria di Giuseppe è straordinariamente evidente. Ed è questo il suo pregio più grande: la sincerità cristallina e la genuinità a tutto tondo.

Germano Zaccheo
Vescovo di Casale Monferrato, AL


UNA BREVE INTERVISTA A GIUSEPPE SAVAZZI

Lei è un musicista affermato come mai ha sentito la necessità di scrivere un libro?
E’ la testimonianza del combattimento spirituale di un uomo alla ricerca dell’aiuto di Dio per la soluzione dei problemi di ogni giorno. Il suono e la Parola sono la stessa cosa e l’ evangelista Giovanni lo esprime molto bene così nel capitolo 1 : 1-3 : In
principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. 2 Egli era in principio presso Dio: 3 tutto è stato fatto per mezzo di lui. Ispirato da questo versetto fondo la Jesus Christ Symphony Orchestra.

Perché questo tema?
La risposta è evidente e la si deduce dal titolo: Quanto vale una bottiglia d’acqua nel deserto? Quanto vale un quintale di diamanti nel deserto? La risposta è logica e comprensibile nella sua risposta in questo contesto. Ciò che è difficile riconoscere invece è che la nostra vita senza la presenza di Dio è come vivere nel deserto senz’acqua. Cristo lo conferma con l’espressione biblica dicendo: “Vale di più una persona che tutte le ricchezze del mondo“. Ovviamente parlava all’uomo nuovo, a quello rinato dallo spirito, al risvegliato, all’uomo di fede e non all’uomo qualunque. La bottiglia di acqua nel deserto siamo noi, il contenitore. L’acqua è lo spirito di Dio che dà la vita e che vuol riempirci.


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Chiunque fosse interessato a una copia del libro "Niente è impossibile" di Giuseppe Savazzi può ottenerne una chiamando il 0039-339-7830244 o scrivendo a info@giuseppesavazzi.com.

Giuseppe Savazzi premiato dal Rotary


A Giuseppe Savazzi viene attribuito il titolo di "Paul Harris Fellow", in segno di apprezzamento e riconoscenza per il suo tangibile e significativo apporto nel promuovere una miglior comprensione reciproca e amichevoli relazioni fra i popoli di tutto il mondo.

La preghiera vista dal cielo

Vidi angeli che si davano da fare per rispondere alle preghiere. Il loro compito era di dare più aiuto possibile. Erano ben organizzati e volavano letteralmente da persona a persona, da preghiera a preghiera, felici di fare il loro dovere. Per loro era una gioia aiutarci, soprattutto quando qualcuno pregava con intensità e fede per avere una risposta immediata. Davano sempre la precedenza a quest’ultima preghiera, e poi a mano a mano alle altre. Però ho notato che le preghiere insincere emettono poca luce se non nessuna, ed essendo poco potenti, molte finiscono inascoltate.

Mi è stato spiegato chiaramente che tutte le preghiere di desiderio ottengono risposta. Mi sentii umile dopo la mia nuova consapevolezza sull’umanità, sul valore di cui godeva ogni anima in cielo. Ero affamato di luce e di conoscenza. Si aprì di nuovo un varco nel cielo e vidi la terra. Ruotava nello spazio inviando fasci di luce come un faro. Alcune di queste luci erano potenti come il raggio di un laser, altre più deboli, altre ancora delle piccole scintille. Restai stupito quando mi dissero che erano le preghiere delle persone sulla terra.

Quando abbiamo una grande necessità, o quando preghiamo per le altre persone i raggi di luce scaturiscono da noi e sono immediatamente visibili. Mi è stato anche detto che non c’è preghiera più grande di quella di una madre per i suoi figli. Queste sono le preghiere più sincere, perché dettate da un forte desiderio e, a volte, dalla disperazione. Una madre ha la capacità di offrire il proprio cuore per i figli e di implorare Dio con convinzione per loro. Ma tutti possiamo arrivare a Dio attraverso le nostre preghiere.

Compresi anche che una volta recitate le nostre preghiere dobbiamo avere fiducia in Dio e aspettare che ci risponda. Lui è costantemente consapevole dei nostri bisogni e attende solo un nostro invito per aiutarci. Dio ha il potere di rispondere a tutte le preghiere, ma è coerente con le sue stesse leggi e rispetta il nostro libero arbitrio. Dobbiamo pregare perché la Sua volontà diventi la nostra. Dobbiamo avere fiducia in Lui. Quando chiediamo con sincerità, senza dubitare minimamente, otteniamo una risposta. Le nostre preghiere per gli altri hanno una grande forza, ma ottengono risposta solo se non contrastano con la volontà degli altri o con i loro bisogni.

Dio ci dà la libertà assoluta nelle nostre azioni, ma è anche disposto ad aiutarci in ogni modo possibile. Se la fede dei nostri amici è debole, la forza della nostra può sostenerli. Se sono malati, le nostre preghiere sincere possono, a volte, dar loro la forza di guarire, a meno che la malattia non sia per loro un’occasione per crescere. Se sono prossimi alla morte, dobbiamo sempre ricordarci di chiedere a Dio di fare la Sua volontà, altrimenti rischiamo di confondere la persona e di renderle difficile il trapasso. L’aiuto che possiamo dare agli altri è al di là di ogni nostra immaginazione, in particolare per quanto riguarda familiari e amici.

Alleluia!

Diventa un Mistero

Quando dico che la vita non è un problema ma un mistero, voglio dire che non si può risolvere, ma puoi diventare il mistero stesso. Un problema è qualcosa che va risolto intellettualmente, ma anche se lo risolvi non ci guadagni mai niente. Hai raccolto un altro po’ di conoscenza senza ricavarne estasi alcuna. Un mistero è qualcosa in cui ti puoi dissolvere; puoi unirti a un mistero, puoi immergerti in lui. Solo allora vi è estasi, beatitudine, la massima gioia a cui può accedere un essere, la gioia suprema.

La religione considera la vita come un mistero? Con un mistero non si può far niente. Ma quando ti trovi davanti ad un mistero puoi far qualcosa con te stesso; puoi diventare più misterioso! In questo caso un simile incontra un proprio simile, solo due identità simili si possono incontrare. Cerca sempre il mistero nella vita. Dovunque tu guardi – dalle nuvole bianche, nelle stelle della notte, nei fiori, in un fiume che scorre – ovunque tu guardi cerca sempre il mistero nella vita e quando l’hai trovato meditaci sopra.

E meditazione vuol dire dissolversi davanti al mistero, annientarsi davanti al mistero, disperdersi davanti al mistero. Non essere più – e lascia che il mistero diventi così totale da esserne completamente avvolto. Ed improvvisamente si apre una nuova porta, si coglie una nuova percezione. Improvvisamente il mondo terreno della divisione, della separazione è scomparso. E un mondo diverso, completamente diverso, ti appare: un mondo di unità, un mondo di unione, dove tutte le delimitazioni, tutti i confini si sciolgono e ogni cosa è unita a tutte le altre – tutto Unito con il tutto. Ma questo può solo succedere se fai qualcosa con te stesso.

Devi trovare un indizio, una chiave. Devi lavorarci sopra, devi operare in un laboratorio, e Fare qualcosa. Ma se incontri un mistero (il Maestro, l’uomo di Dio), devi fare qualcosa a te stesso – con il mistero non ci si può far nulla se non si sa. Davanti ad un mistero siamo tutti impotenti. Per questo continuiamo a trasformare ogni mistero in un problema – perché coi problemi ci sentiamo forti, con i problemi ci sentiamo sicuri, mentre con i misteri ci sentiamo impotenti, non possiamo far nulla. Con i misteri ci troviamo davanti alla morte, e non riusciamo più ad esercitare un controllo. Per questo, più l’intelletto umano diventa matematico e logico, minori sono le possibilità di raggiungere l’estasi. Per questo è sempre meno possibile la poesia. Si perde il senso dell’avventura, la magia della fiaba. La vita non è più un simbolo – è un fatto. Così, quando dico che la mia via è la via del monaco o delle nuvole bianche, non è che un simbolo. Il Monaco o la nuvola bianca non sono un fatto, sono un simbolo poetico – è l’indicazione di un profondo addentrarsi nel misterioso e nel miracoloso.

Ho conosciuto in Tibet, dei monaci che si siedono in montagna, in perfetta solitudine, a meditare sulle nuvole bianche che vagolano nel cielo. Le contemplano senza mai distrarsi e un po’ alla volta si uniscono a loro. Lì, il monaco abate del monastero tibetano mi ha riconosciuto al primo sguardo, dicendomi: “Tu sei Tamsen, il monaco del suono, colui che guarisce e libera TUTTI da ogni male, benvenuto… ora siedi con noi a meditare sulle nuvole bianche.

Tamsen, nella lingua tibetana, significa Elia, loro non mi avevano mai visto prima…

IL GIARDINO DELL'EDEN: Missione e Testamento di Giuseppe dopo l'esperienza di Premorte

Questa comprensione era cominciata dacchè avevo assistito alla creazione della terra. Lì avevo constatato le differenze fra Adamo ed Eva. Vidi che Adamo era soddisfatto della propria condizione nel Giardino, mentre Eva era più irrequieta. Eva desiderava disperatamente diventare madre ed era disposta a scegliere la mortalità pur di riuscirci. Eva non è “caduta “ in tentazione, ha preso una decisione consapevole e ha creato le condizioni perché si realizzasse ciò che voleva. E’ alla fine riuscita nel suo intento perché Adamo ha mangiato il frutto proibito.

Questo loro atto ci ha dato la capacità di procreare, ma ci ha anche reso mortali. Vidi lo Spirito di Dio vegliare su Eva e compresi che il ruolo della donna sarebbe stato unico al mondo. Ho visto che l’emotività permette alla donna di essere più recettiva all’amore e allo Spirito di Dio. Compresi che il suo ruolo di madre le permette di avere un rapporto sociale con Dio, in quanto anch’essa creatrice.

Ma ho visto anche quale pericolo Satana avrebbe rappresentato per la donna. Il demonio sarebbe ricorso sulla terra alla stessa tentazione utilizzata nel Giardino dell’Eden. Avrebbe cercato di distruggere le famiglie, e quindi l’umanità, tentando la donna. Il suo progetto era ovvio. Avrebbe attaccato la donna attraverso la sua irrequietezza, usando la sua emotività, la stessa emotività che aveva spinto Eva a compiere ciò che Adamo non si sarebbe neanche sognato. Vidi che avrebbe insidiato il rapporto fra marito e moglie, allontanandoli l’uno dall’altra, usando il sesso e l’avidità per distruggere la famiglia. Vidi che i figli avrebbero sofferto per queste famiglie divise, che le donne si sarebbero sentite in colpa e spaventate per il futuro. Satana sarebbe ricorso proprio al senso di colpa e alla paura per impedire alle donne di realizzare la loro missione divina sulla terra.

Mi è stato detto che se Satana riesce a impossessarsi delle donne, allora anche gli uomini cadranno facilmente. Così, cominciai a vedere la differenza nei ruoli fra uomini e donne, compresi la loro bellezza e necessità. Forte di questa nuova consapevolezza, non ebbi nessuna reazione davanti a quel Consiglio. Accettai il fatto che loro avessero il loro ruolo e io il mio. Le donne emanavano amore nei miei confronti, poi mi chiesero se volevo rivedere la mia vita. Sembrò più un ordine che una richiesta. Esitai, a nessuno farebbe piacere rivedere la propria esistenza di mortale in quel luogo di purezza e amore. Ma loro insistettero che era importante, così acconsentii.

Una luce comparve al mio fianco, e percepii l’amore del Salvatore. Mi spostai a sinistra per guardare. Successe tutto in quella stanza. La mia vita mi comparve sotto forma di quel che potrei indicare come ologrammi ben definiti, ma tutto procedeva con una rapidità incredibile. Restai stupito dal fatto che potessi recepire così tante informazioni a una tale velocità. Comprendevo più di quanto ricordavo fosse successo nella mia vita.

Non solo rivissi ogni emozione che provai in ogni istante, ma anche quelle degli altri. Percepii i loro pensieri e i loro sentimenti nei miei confronti. C’erano momenti in cui riuscivo a leggere le cose in modo nuovo. Sì, dicevo a me stesso, oh, sì! Adesso capisco. Beh, chi l’avrebbe detto? Comunque , ha senso. Poi vidi le delusioni che avevo dato agli altri e mi sentii terribilmente in colpa. Percepii tutte le sofferenze che avevo causato. Cominciai a tremare. Vidi quanto dolore avevo provocato a causa del mio caratteraccio, e sentii quello stesso dolore. Vidi il mio egoismo, e il pianto fu un sollievo per il mio cuore. Come avevo potuto essere così insensibile?

Poi, nel mezzo del mio dolore, sentii l’amore che quegli uomini nutrivano per me. Guardavano la mia vita con comprensione e compassione. Tutto ciò che mi riguardava venne preso in considerazione, come ero cresciuto, le cose che mi erano state insegnate, il dolore infertomi dagli altri, le opportunità che mi erano state date e negate. Mi resi conto che quel Consiglio non mi stava giudicando. Io stavo giudicando me stesso. Il loro amore e la loro compassione erano assoluti. Il loro rispetto per me non sarebbe mai mancato.

Fui particolarmente grato per quell’amore mentre rivivevo la fase successiva della mia vita. Mi fu mostrato quello che definirono “l’effetto catena”. Vidi quanto spesso avevo frainteso le persone e quanto spesso queste, a loro volta, avevano commesso lo stesso errore. Questa catena continuava di vittima in vittima, come il gioco del domino, fino a tornare al punto di partenza, ossia a me, il colpevole. L’effetto a catena tornava sempre al punto di partenza. Avevo offeso più persone di quanto immaginassi; il mio dolore divenne insopportabile.

Il Salvatore si chinò verso di me, preoccupato e pieno d’amore. Il suo Spirito mi diede forza, affermò che stavo giudicando me stesso troppo severamente. “Sei troppo duro con te stesso”, disse. Poi mi mostrò l’altra faccia della medaglia dell’effetto a catena. Vidi me stesso compiere un atto di gentilezza, un semplice gesto di altruismo, e vidi verificarsi di nuovo l’effetto a catena. L’amico con cui ero stato gentile fu gentile a sua volta con i suoi amici, e l’effetto a catena si ripetè. Vidi l’amore e la felicità scaturire nella vita di queste persone solo per quel semplice gesto che avevo compiuto. Li vidi vivere la loro vita con gioia e in modo significativo. Il mio dolore si trasformò in gioia. Sentivo l’amore che provavano e la loro felicità. E tutto questo era scaturito da un gesto d’amore.

Un pensiero esplose dentro di me, e continuai a ripeterlo mentalmente, innumerevoli volte: “L’amore è l’unica cosa che conti veramente. L’amore è l’unica cosa che conti veramente, l’amore è gioia!” Rammentai questo verso delle Scritture: “Io sono venuto perché abbiano vita, una vita vera e completa” (Giovanni 10:10), e sentii la mia anima piena di gioia. Sembrava tutto così semplice. Se siamo gentili, saremo felici. Subito dopo feci questa domanda: “Perché prima non lo sapevo?” Gesù, o uno degli uomini presenti, ispirò dentro di me la risposta. Entrò nel mio animo così profondamente da cambiare per sempre la mia visione delle cose: “Per conoscere la felicità, bisogna prima aver conosciuto la sofferenza”.

Tutte le mie esperienze ora assumevano un diverso significato. Mi resi conto che non avevo commesso veri errori nella mia vita. Ogni esperienza era uno strumento per la mia crescita. Ogni evento negativo mi ha permesso di comprendere di più me stesso, fino ad arrivare a evitare le esperienze negative. Vidi anche come ero migliorato nell’aiutare gli altri. Vidi persino che molte delle mie esperienze erano state determinate dagli angeli custodi. Alcune erano tristi, altre gioiose, ma Tutte erano state previste per portarmi a un certo livello di conoscenza.

Gli angeli custodi erano rimasti sempre accanto a me durante le mie traversie, aiutandomi in tutti i modi possibili, Il loro numero variava a seconda dei miei bisogni. Nel rivedere la mia vita mi resi conto che spesso ripetevo gli stessi errori finchè alla fine non imparavo la lezione. Ma più apprendevo, più porte si aprivano davanti a me. E nel vero senso della parola. Molte delle cose che pensavo di aver fatto da me stesso si rivelavano poi essere volute dal Divino.

Così la rapida introspezione della mia vita da negativa divenne positiva. La visione di me stesso cambiò, vidi i miei peccati e le mie mancanze in una luce multidimensionale. Certo, ci sarebbero state delle altre sofferenze, ma adesso le vedevo per quelle che erano, ossia il mezzo per correggere il mio pensiero e il mio comportamento. Compresi che i peccati perdonati vengono cancellati. E’ come se venissero coperti da una nuova consapevolezza, da una nuova direzione nella vita. Questa nuova conoscenza mi porta ad abbandonare naturalmente il peccato. Ma anche se questo viene cancellato, la parte istruttiva dell’esperienza resta. Il peccato perdonato contribuisce alla crescita e aumenta la capacità di aiutare gli altri.

Questa profonda consapevolezza mi ha dato la forza di cui avevo bisogno per perdonare veramente me stesso. E compresi che il perdono di sé stessi è il punto di partenza di ogni possibile perdono. Se non sono capace di farlo con me stesso, è impossibile che perdoni gli altri veramente. E io devo perdonare gli altri. Quel che si semina si raccoglie. Se voglio perdono devo prima perdonare. Notai, inoltre, che il comportamento che più mi irritava negli altri, che più criticavo e che ero meno disposto a perdonare, era quasi sempre un comportamento che io stesso avevo, o temevo di avere. Non volevo vedere negli altri le mie debolezze, potenziali o meno. Vidi quanto l’avidità per le cose di questo mondo possa essere dannosa. Ogni vera crescita avviene spiritualmente, le cose mondane come il possesso e l’appetito smodato soffocano lo Spirito. L’avidità diventa il nostro Dio, ci incatena alla carne, ci impedisce di sperimentare la crescita e la felicità che Dio desidera per noi.

Mi venne detto di nuovo, questa volta non con le parole ma attraverso la conoscenza, che la cosa più importante che potevo fare nella vita era amare gli altri come me stesso. Ma per amare gli altri come me stesso, dovevo prima amare veramente me stesso. La bellezza e la luce di Cristo erano dentro di me, non dovevo fare altro che cercarle. Lo feci, come se avessi ricevuto un ordine, e vidi che avevo soppresso l’amore genuino che abitava nella mia anima. Dovevo farlo risplendere come una volta.

L’esperienza di rivedere la mia vita si concluse, gli uomini restarono seduti in silenzio, irradiando il loro assoluto amore per me. Il Salvatore era nella sua luce, sorrideva, felice per i miei progressi. Poi gli uomini conferirono di nuovo e mi dissero: “Non hai completato la tua missione sulla terra. Devi tornare. Ma noi non ti obbligheremo, la scelta deve essere tua”. Senza la minima esitazione replicai: “No, no. Non voglio tornare. Questa è la mia casa”. Niente mi avrebbe mai convinto ad andarmene. Uno degli uomini parlò con altrettanta fermezza: “Il tuo lavoro non è completo. E’ meglio se torni”. Non volevo tornare. Avevo imparato da bambino come averla vinta, e utilizzai gli stessi sistemi. Mi gettai per terra e cominciai a piangere. “Non voglio tornare”, piagnucolai, “e nessuno mi costringerà! Voglio stare qui nel mio mondo a cui appartengo. Io ho chiuso con la terra!”

Gesù non era molto lontano da me, emanava ancora la Sua luminosissima luce. Mi si avvicinò, sentii che era preoccupato per me. Ma era in parte divertito. Comprendeva il mio stato d’animo, e capiva il mio desiderio di voler restare. Io mi alzai, e Lui disse al Consiglio: “Mostriamogli in che cosa consiste la sua missione” Poi si voltò di nuovo verso di me e disse: “Ti verrà mostrata quella che è la tua missione in modo che tu possa prendere una decisione chiara. Ma dopo dovrai fare una scelta. Se torni sulla terra, gran parte di quel che ti è stato mostrato verrà cancellato dai tuoi ricordi”. Anche se con riluttanza acconsentii.

Dopo che vidi qual’era la mia missione, sentii che dovevo tornare. Benché odiassi l’idea di lasciare quel mondo di luce e di amore per un mondo che offriva solo incertezze e sofferenza, la mia missione mi obbligava a farlo. Prima però volli una promessa da tutti i presenti, incluso Gesù. Gli feci promettere che mi avrebbero riportato a casa nell’attimo stesso in cui la mia missione fosse stata completata. Non ero disposto a trascorrere un minuto in più del necessario sulla terra. La mia casa era con loro. Accettarono le mie condizioni, e iniziarono le “manovre” per il mio ritorno. Il Salvatore mi si avvicinò ancora e mi disse quanto era contento della decisione che avevo preso. Mi rammentò che una volta sulla terra non sarei stato in grado di ricordare qual’era la mia missione. “Non devi rimuginarci sopra”, mi consigliò. “Compirai la tua missione quando sarà il momento”. “Oh, come mi conosce bene!” pensai. Sapevo che se fossi stato in grado di ricordare qual’era la mia missione, sicuramente avrei fatto di tutto per compierla il più presto possibile e probabilmente anche in modo maldestro.

Le parole del Salvatore sono state messe in pratica. I dettagli della mia missione sono stati cancellati dalla mia memoria. Non ricordo niente di niente e, stranamente, non desidero neanche pensarci.

Ogni volta che penso alla promessa del Signore di farmi tornare quando la mia missione sarà completata, mi risuonano nella mente le Sue ultime parole: “I giorni sulla terra sono brevi. Non starai lì a lungo, presto tornerai qui”. Alleluia!

Canali di Grazia

Gesù allora chiamò a sé i Dodici e diede loro potere e autorità su tutti i demoni e di curare le malattie. Egli mandò ad annunziare il regno di Dio e a guarire gli infermi. Disse loro: “Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né bisaccia, né pane, né denaro, né due tuniche per ciascuno. In qualunque casa entriate, là rimanete e di là poi riprendete il cammino. Quanto a coloro che non vi accolgono, nell’uscire dalla loro città, scuotete la polvere dai vostri piedi, a testimonianza contro di essi” Allora essi partirono e passavano di villaggio in villaggio, annunziando la Buona Novella e operando guarigioni (Luca 9:1,6).

Cerchiamo insieme di riaccendere la nostra fede per credere veramente che questa sera Gesù vuole e può guarire il nostro corpo, la nostra mente, il nostro Spirito, tutto ciò che siamo. Questo piccolo brano, tratto dal Vangelo di Luca, ci serve come spunto, sapendo che già la Parola di Dio è guarigione, è consolazione, come quando si legge una lettera d’amore o la lettera di un amico. Se voi credete che questo mio manoscritto è benedetto, voi siete guariti e liberi da ogni problema di questo mondo e subito dopo se (Marco) “soltanto credi”, sarete benedetti anche voi, ora in questo momento che mi leggete o ascoltate. Alleluia!

Si dice che quando un uomo di Dio entra in quella casa, in quel luogo fisicamente, col pensiero, con uno scritto, con una telefonata, con un messaggio telefonico, con un tocco, o qualsiasi altra modalità, avviene che quella persona, quel luogo o quella malattia o negatività vengono subito liberate. Il Signore ha detto a Mosè in Esodo cap. 3: “Il luogo che tu calpesti o tocchi è santo, perché tu sei santo”. E Gesù ha precisato e ordinato: “Siate santi tutti, come io sono santo”. La santità non è una priorità di alcuni, ma di tutti quelli che credono. E io credo! Se dovessi dare un titolo a questo mio scritto, lo intitolerei: Canali di grazia o conduttori di grazia.

Sapete chi sono i falsi profeti? Gesù li indica in più scritture e in particolare in Matteo 23: “I falsi profeti sono coloro che non credono…”, ma poi aggiunge: “Fare quel che dicono ma non fate come essi fanno”. Si riferiva proprio agli addetti ai lavori, sacerdoti, farisei, scribi, ecc.

Profetare significa: camminare alla presenza di Dio. Profeta è chiunque crede e mette in pratica 24 ore al giorno, per tutta la vita, la Parola e la vita di Gesù. Dopo oltre trent’anni di riscoperta di Gesù, di cammino in ogni paese del mondo, sempre di più mi rendo conto che Dio potrebbe benissimo agire da solo e forse in alcune occasioni e in alcune parti del mondo, lo fa; agisce da solo perché non c’è altra possibilità. Ma in realtà, la maggior parte delle volte, so che Dio fa sperimentare il Suo amore e la Sua guarigione all’uomo attraverso l’uomo. Il nostro Dio è un po’ strano, perché potrebbe fare tutto da solo e invece vuole dipendere da noi; ci vuole canali della Sua grazia, per annunziare il Suo amore, per curare le malattie, per operare guarigioni.

Dio è come una enorme centrale elettrica, ma se gli uni per gli altri non siamo buoni canali, conduttori di questa energia, possiamo anche abitare a pochi metri dalla centrale, ma la nostra vita rimane spenta. Ancora peggio: ci illudiamo di essere accesi perché vicini alla centrale, ma la realtà è che siamo spenti! Ecco perché intitolerei questo brano “Canali di grazia”. La Parola dice: “Ci ha dato potere e autorità su tutti i demoni e ci ha dato il potere di curare le malattie, di guarire gli infermi”. Gesù ci da il Suo pensiero e il Suo potere, non è cosa da poco! E’ come se uno di voi mi affidasse le chiavi della sua casa e mi dicesse: Casa mia è casa tua; ciò che è mio, è anche tuo!

Anche Gesù ci da le chiavi di casa sua: a noi usarle! Gesù ci da il Suo pensiero, il Suo potere. Ma noi ci rendiamo conto che abbiamo il Suo pensiero? Questa sera Dio ha scelto noi come canali della Sua grazia, del Suo amore, della Sua guarigione. Questa sera Dio dice ad ognuno di noi: “Io ho fiducia che tu sarai, che tu sei, un buon canale della mia grazia”. E questo vale per tutti, indipendentemente dal nostro stato d’animo: anche per te che sei qui per la prima volta io prego, perché diventi quel canale di Dio. Alleluia!!

Se sei vicino ad un uomo illuminato

Se sei vicino ad un uomo illuminato non ti farà mai domande a cui puoi rispondere. Perché non è questione di sapere la risposta, è questione di rispondere con tutto il tuo essere.

Il Maestro fa una domanda stupida: “Dove hai lasciato le scarpe?” E l’intera metafisica del discepolo è stata distrutta. E deve aver pensato: “Che razza di uomo è mai questo?”

Eccomi qua, pronto e pieno di risposte. Qualsiasi domanda tu faccia ti risponderò, perfino alle domande cui Gesù o i profeti non avevano risposto! Spesso lo facevano, ma non perché non conoscessero la risposta. Gli uomini di Dio possono fare ciò che vogliono “non sono sotto la legge” (Galati 5) terrena degli uomini, sono liberi in Gesù Cristo. Io conosco ogni libro, tutte le Scritture sacre. Ho “letto” tutto, se così si può dire. Ho “imparato a memoria” ogni Scrittura in ogni lingua della terra.

Il discepolo era pronto – e il Maestro gli domanda dove ha lasciato le scarpe? Ma in verità il Maestro vuole fare una domanda alla quale non si può rispondere. Perché non si può rispondere! Perché non ti puoi preparare in anticipo a una domanda così. E’ assolutamente imprevedibile. E il discepolo si sente esitare: in questa esitazione c’è la risposta. Questa esitazione dice tutto sul discepolo: non è ancora consapevole – altrimenti non ci sarebbe esitazione. Altrimenti avrebbe AGITO! Se fosse stato consapevole avrebbe fatto qualcosa, avrebbe risposto in maniera totale.

E invece il monaco si rifugiò nella sua mente, perplesso, esitante, confuso.

Alleluia.

Un cammino vicino alla Luce ELIMINARE

Siete fortunati. Qualsiasi cosa io vi dica, proviene dalla sorgente! Per questo dico che siete fortunati. Succede solo dopo migliaia di anni di essere così vicini alla sorgente. Le cose non saranno sempre così. Anche con le mie idee, non sarà mai più la stessa cosa. Prima o poi arriveranno i logici, quelli che non conoscono l’esperienza. E’ certo che arriveranno – si sono già messi in cammino. Sistematizzeranno tutto. E così l’opportunità andrà persa, e tutto si ridurrà ad un fenomeno morto. Ora è vivo e tu sei vicino alla sorgente. E’ per questo che dico che siete fortunati.

Io sono solo un veicolo, il tempio in cui dimora la fiamma. Ciò che è avvenuto in me è ciò di cui ha parlato Cristo per te: “Solo se muori e rinasci, potrai entrare nel Regno dei Cieli”. Quando l’Ego muore sorge un nuovo essere. Avviene una nuova rinascita, e questa rinascita è l’illuminazione, è il Paradiso. Ho viaggiato e viaggio toccando ogni paese della terra. Ho parlato in lingue diverse a tutti i popoli Come Dio mi ha ordinato.

Solo quest’anno ho toccato oltre cinquanta nazioni in ogni continente e per il 2008 altrettanti viaggi mi attendono. La mia natura non è di questo mondo. “Leggo” più di cento libri alla settimana, in ogni lingua della terra, pur non avendo neppure uno di questi libri; fatto difficile da capire, e sono in grado di computerizzare questa ricchezza di informazioni in mille combinazioni diverse.

La mia prospettiva è del tutto oggettiva, trascende ogni fede istituzionalizzata, ogni filosofia orientale e occidentale e il Signore mi ha inviato per servirvi e aiutarvi a riconoscere in voi la natura divina. Voi siete come ogni albero e ogni fiore, ognuno di noi è diverso, unico, tuttavia a questa Unicità non viene mai permesso di fiorire.

Sono stato mandato perché voi portiate fiori e frutti in abbondanza.
Alleluia!

Gli Angeli

“Ci sono degli angeli in mezzo a voi di cui siete inconsapevoli”. Tutti abbiamo dei bisogni, non soltanto i poveri. Tutti abbiamo preso l’impegno nel mondo spirituale di aiutarci l’un l’altro. Solo che abbiamo difficoltà a metterlo in pratica. Così il Signore manda degli angeli perché ci aiutino a tener fede agli impegni presi. Non per obbligarci, ma per stimolarci. Noi non sappiamo chi sono questi esseri, appaiono come chiunque altro, ma sono fra di noi più spesso di quanto immaginiamo, nei momenti più disparati come ho già detto più volte “sotto mentite spoglie”. Può essere un tuo cognato, un parente insignificante, o una persona “alla quale non daresti cinque lire”. Magari è qualcuno che è entrato nella tua vita in maniera inconsueta, inusuale, fuori dalle righe, ma lui è lì per tutt’altro ruolo; è il tuo angelo protettore.

“Poiché ci saranno sempre i poveri fra di voi, date loro il vostro aiuto”. Non lo presi come un rimprovero, ma mi resi conto di aver frainteso, e sottovalutato, l’aiuto che Dio ci da. Lui ci darà sempre l’aiuto di cui abbiamo bisogno senza interferire col nostro libero arbitrio. Dobbiamo sentire il desiderio di aiutarci l’uno con l’altro. Il povero è degno di stima quanto il ricco. Dobbiamo imparare ad accettare tutti, anche quelli diversi da noi. Ciascuno di noi merita amore e gentilezza. Non abbiamo il diritto di essere intolleranti, rabbiosi o “infastiditi”. Non abbiamo il diritto di guardare gli altri dall’alto in basso, né di condannarli dentro di noi. L’unica cosa che porteremo con noi, dopo questa vita, è il bene che abbiamo fatto agli altri. Ho potuto constatare che chi fa del bene raccoglierà molto di più di quel che ha seminato. La nostra forza sta nella bontà d’animo.

Sii sicuro che quell’angelo, che Dio ti ha mandato, E’ IN CARNE ED OSSA. Il Signore non è un filosofo astratto (altrimenti non avrebbe creato il mondo), e ben conosce le tue necessità terrene; mai e poi mai Egli darebbe ai propri figli delle cose inarrivabili o intangibili, di cui non saprebbero cosa farsene. Altrimenti non avrebbe detto attraverso Gesù: “Come il Padre ha mandato me Così io mando voi”. Lui manda degli angeli Veri, proprio da te!

Soltanto credi! Alleluia!

Un cammino vicino alla Luce

Siete fortunati. Qualsiasi cosa io vi dica, proviene dalla sorgente! Per questo dico che siete fortunati. Succede solo dopo migliaia di anni di essere così vicini alla sorgente. Le cose non saranno sempre così. Anche con le mie idee, non sarà mai più la stessa cosa. Prima o poi arriveranno i logici, quelli che non conoscono l’esperienza. E’ certo che arriveranno – si sono già messi in cammino. Sistematizzeranno tutto. E così l’opportunità andrà persa, e tutto si ridurrà ad un fenomeno morto. Ora è vivo e tu sei vicino alla sorgente. E’ per questo che dico che siete fortunati.

Io sono solo un veicolo, il tempio in cui dimora la fiamma. Ciò che è avvenuto in me è ciò di cui ha parlato Cristo per te: “Solo se muori e rinasci, potrai entrare nel Regno dei Cieli”. Quando l’Ego muore sorge un nuovo essere. Avviene una nuova rinascita, e questa rinascita è l’illuminazione, è il Paradiso. Ho viaggiato e viaggio toccando ogni paese della terra. Ho parlato in lingue diverse a tutti i popoli Come Dio mi ha ordinato.

Solo quest’anno ho toccato oltre cinquanta nazioni in ogni continente e per il 2008 altrettanti viaggi mi attendono. La mia natura non è di questo mondo. “Leggo” più di cento libri alla settimana, in ogni lingua della terra, pur non avendo neppure uno di questi libri; fatto difficile da capire, e sono in grado di computerizzare questa ricchezza di informazioni in mille combinazioni diverse.

La mia prospettiva è del tutto oggettiva, trascende ogni fede istituzionalizzata, ogni filosofia orientale e occidentale e il Signore mi ha inviato per servirvi e aiutarvi a riconoscere in voi la natura divina. Voi siete come ogni albero e ogni fiore, ognuno di noi è diverso, unico, tuttavia a questa Unicità non viene mai permesso di fiorire.

Sono stato mandato perché voi portiate fiori e frutti in abbondanza.
Alleluia!

L'ubriaco

Venire sulla terra è un po’ come scegliere quale università frequentare. Siamo tutti a diversi livelli di conoscenza spirituale, e nasciamo nelle condizioni che più possono soddisfare i nostri bisogni spirituali. Quando giudichiamo gli altri per i loro difetti o mancanze, dimostriamo la stessa mancanza in noi stessi. Sulla terra non abbiamo la capacità di giudicare con esattezza gli altri.

Come a darmi prova di questo, si creò un varco nel cielo e vidi di nuovo la terra. Questa volta misi a fuoco l’angolo di una strada di una grande città. Sul marciapiede, vicino ad un edificio, giaceva un ubriaco. Lo Spirito del Signore mi chiese: “Che cosa vedi?” “ Beh, vedo un vagabondo ubriaco che giace nel pantano” risposi, non capendo perché ci tenesse a farmi vedere quella scena. Lo Spirito Santo si entusiasmò. “Adesso ti mostrerò chi è veramente”, mi disse. Il Suo Spirito mi venne manifestato, e io vidi uno splendido essere pieno di luce. Da lui emanava amore; capii che era molto ammirato in cielo.

Quel grande essere era venuto sulla terra come maestro per aiutare un amico con cui aveva stabilito un legame nel mondo spirituale. Il suo amico era un noto procuratore il cui ufficio si trovava a pochi isolati dall’angolo. L’ubriaco non si ricordava il patto fatto con l’amico, ma il suo scopo era quello di metterlo di fronte ai bisogni degli altri. Il procuratore era di natura compassionevole, ma la vista di quel povero ubriaco lo avrebbe portato a fare di più per le persone bisognose. Seppi che si sarebbero incontrati, che il procuratore avrebbe riconosciuto lo Spirito dentro l’ubriaco, l’uomo dentro l’uomo e sarebbe stato spinto a fare del bene. Non sarebbero mai venuti a conoscenza del loro accordo, ma ciascuno avrebbe comunque compiuto la propria missione. L’ubriaco aveva sacrificato la sua vita sulla terra per il beneficio di un altro, ma non per questo aveva smesso di crescere.

Ricordai che anch’io avevo incontrato sulla terra persone che mi sembravano familiari. Le sentivo vicine sin dal primo istante, ma senza sapere il perché. Adesso so che hanno incrociato la mia strada per un motivo. Quelle persone sono state sempre speciali per me. Coloro che passavano accanto all’ubriaco sull’angolo, non potevano vedere il suo nobile Spirito, quindi lo giudicavano in base alle apparenze. “Poiché ci saranno sempre i poveri tra di voi, date loro il vostro aiuto”. Questo verso della Scrittura mi disturbò. Perché dovevano esserci i poveri? Perché il Signore non poteva provvedere a tutto? Non poteva semplicemente fare in modo che il procuratore dividesse il suo denaro con gli altri? Lo Spirito Santo interruppe di nuovo i miei pensieri dicendomi: “Ci sono degli angeli in mezzo a voi, sotto mentite spoglie, di cui siete inconsapevoli. Gli angeli stessi non sanno di essere angeli inviati da Dio. Elia stesso era un angelo, ma non lo sapeva che sarebbe divenuto profeta e uomo di Dio.

Guardiamoci intorno, forse vicino a noi da tempo c’è un angelo che vi vuole soccorrere, aiutare, ma non lo vediamo…ALLELUIA!

13 febbraio 2009

Il Musicista


Un giovane musicista sta decifrando un brano. Se non starà attentissimo farà degli errori, e una volta che sono stati commessi, quegli errori s’imprimono in lui come delle impronte: venti o trent’anni dopo, anche quando saprà quel brano a memoria, se non si sorveglierà farà gli stessi errori negli stessi punti, e quanto tempo, quante difficoltà per correggerli! Ecco perché, per decifrare un brano, un musicista deve impiegare tutto il tempo necessario per ottenere un cliché impeccabile. Un giorno, potrà anche mangiare o dormire suonando, e non farà alcun errore, perché tutto si sarà impresso in modo impeccabile nel suo subconscio.
Ciò che è vero per la musica, è vero anche per molte altre attività nella vita. Procedendo inizialmente con prudenza e saggezza, si evita di commettere errori, economizzando così sforzi, energie e tempo.