03 marzo 2009

Diventa un Mistero

Quando dico che la vita non è un problema ma un mistero, voglio dire che non si può risolvere, ma puoi diventare il mistero stesso. Un problema è qualcosa che va risolto intellettualmente, ma anche se lo risolvi non ci guadagni mai niente. Hai raccolto un altro po’ di conoscenza senza ricavarne estasi alcuna. Un mistero è qualcosa in cui ti puoi dissolvere; puoi unirti a un mistero, puoi immergerti in lui. Solo allora vi è estasi, beatitudine, la massima gioia a cui può accedere un essere, la gioia suprema.

La religione considera la vita come un mistero? Con un mistero non si può far niente. Ma quando ti trovi davanti ad un mistero puoi far qualcosa con te stesso; puoi diventare più misterioso! In questo caso un simile incontra un proprio simile, solo due identità simili si possono incontrare. Cerca sempre il mistero nella vita. Dovunque tu guardi – dalle nuvole bianche, nelle stelle della notte, nei fiori, in un fiume che scorre – ovunque tu guardi cerca sempre il mistero nella vita e quando l’hai trovato meditaci sopra.

E meditazione vuol dire dissolversi davanti al mistero, annientarsi davanti al mistero, disperdersi davanti al mistero. Non essere più – e lascia che il mistero diventi così totale da esserne completamente avvolto. Ed improvvisamente si apre una nuova porta, si coglie una nuova percezione. Improvvisamente il mondo terreno della divisione, della separazione è scomparso. E un mondo diverso, completamente diverso, ti appare: un mondo di unità, un mondo di unione, dove tutte le delimitazioni, tutti i confini si sciolgono e ogni cosa è unita a tutte le altre – tutto Unito con il tutto. Ma questo può solo succedere se fai qualcosa con te stesso.

Devi trovare un indizio, una chiave. Devi lavorarci sopra, devi operare in un laboratorio, e Fare qualcosa. Ma se incontri un mistero (il Maestro, l’uomo di Dio), devi fare qualcosa a te stesso – con il mistero non ci si può far nulla se non si sa. Davanti ad un mistero siamo tutti impotenti. Per questo continuiamo a trasformare ogni mistero in un problema – perché coi problemi ci sentiamo forti, con i problemi ci sentiamo sicuri, mentre con i misteri ci sentiamo impotenti, non possiamo far nulla. Con i misteri ci troviamo davanti alla morte, e non riusciamo più ad esercitare un controllo. Per questo, più l’intelletto umano diventa matematico e logico, minori sono le possibilità di raggiungere l’estasi. Per questo è sempre meno possibile la poesia. Si perde il senso dell’avventura, la magia della fiaba. La vita non è più un simbolo – è un fatto. Così, quando dico che la mia via è la via del monaco o delle nuvole bianche, non è che un simbolo. Il Monaco o la nuvola bianca non sono un fatto, sono un simbolo poetico – è l’indicazione di un profondo addentrarsi nel misterioso e nel miracoloso.

Ho conosciuto in Tibet, dei monaci che si siedono in montagna, in perfetta solitudine, a meditare sulle nuvole bianche che vagolano nel cielo. Le contemplano senza mai distrarsi e un po’ alla volta si uniscono a loro. Lì, il monaco abate del monastero tibetano mi ha riconosciuto al primo sguardo, dicendomi: “Tu sei Tamsen, il monaco del suono, colui che guarisce e libera TUTTI da ogni male, benvenuto… ora siedi con noi a meditare sulle nuvole bianche.

Tamsen, nella lingua tibetana, significa Elia, loro non mi avevano mai visto prima…

Nessun commento: