28 gennaio 2009

Alleluia!


Nel corso dei miei viaggi come missionario evangelizzatore ho predicato a persone che parlano lingue molto diverse (lingue in tutti i sensi), ma, dovunque io vada, trovo che c’è una parola che è universale e compresa: la parola alleluia. E come è appropriato che Dio abbia voluto che questa fosse una parola universale! Una parola edificante! Quale benedetto ottimismo! E quale incredibile potenza giace nascosta in queste sillabe! Questo termine significa essenzialmente: “lodate il Signore”. Ed è una parola che sarà molto importante nel nostro vocabolario del Cielo.

Giovanni dice in Apocalisse 19:1: “Dopo queste cose udii come una gran voce di una immensa moltitudine nel cielo, che diceva: Alleluia!...”.

Anche al verso 4 Giovanni dice: “E i ventiquattro anziani e le quattro creature viventi si gettarono giù e adorarono Iddio che siede sul trono, dicendo: AMEN! Alleluia!”.
E ancora una volta al verso 6, Giovanni dichiara: “Poi udii come la voce di una grande moltitudine e come il suono di molte acque e come rumore di forte tuono, che diceva: Alleluia!...”.

Nel leggere queste righe forse rimarrete sorpresi della potenza della lode. Ma ogni cristiano ha il dovere di comprendere questo segreto e di metterlo in pratica.
La mia preghiera è che possiate essere grandemente benedetti mentre affronterete la sfida lanciatavi da questa parola: alleluia.

Un giorno pensavo che le mie preghiere fossero una ripetizione monotona di parole, per cui potevo accendere un registratore e farlo andare con una lunga preghiera di un’ora; così, ogni mattina, invece di passare attraverso tutti i rigori di una simile preghiera, mettevo una copia tipo “pappagallo” che lo faceva per me. Quindi considerai quel tipo di inutilità fatto a quel modo. Poi pensai: il Signore è stato così buono con me, perché non dedicare questa giornata a lodare il Signore, invece di chiedere? Lo ringrazio solamente per i suoi benefici verso di me. “Tutto il tempo della devozione dedicato alla lode? – penso – Non credo di sentirmela!”. Per di più l’idea stessa di lodare Dio senza chiederGli nulla mi infastidiva proprio da un punto di vista teologico. Avevo fatto una considerevole quantità di letture sul soggetto della preghiera, ed uno degli autori che io ammiravo di più insegnava che il vero aspetto pratico per la preghiera è costituito da un elemento essenziale, fondamentale: chiedere. Egli insegnava che mentre la lode, il ringraziamento ed il canto sono cose buone, non sono la stessa cosa della preghiera. La preghiera implica il semplice processo del chiedere e del ricevere.
Ora qui pensavo che il trascorrere tutto il tempo delle devozioni a non chiedere alcuna cosa equivalesse a non pregare! Poi, tra me e me, pensavo: “La lode va bene, ma devo anche pregare”. Un’altra voce in me diceva: “lodare Dio non è la stessa cosa che pregare”. Un’altra voce mi replicava: “La preghiera è chiedere. La risposta alla preghiera è ricevere. La lode è qualcosa di completamente diverso”.
Ero dibattuto fra queste due voci: chiedere (pregare) e lodare. Il dubbio mi assaliva e una risposta arrivò: “Sembra che non lodiamo Dio quasi mai”. Dio non mi avrebbe mai detto qualcosa per mezzo dello Spirito in contraddizione con la sua Parola e la Parola diceva molto chiaramente che una vita lunga ed abbondante era la sua parte di eredità!
E’ il diavolo che viene per uccidere, rubare, distruggere!

Gradualmente, mentre la Parola di Dio compiva il suo lavoro, mi trovavo a lodare Dio sempre di più e quanto più lo lodavo, tanto più sperimentavo la vittoria e di essere sempre più libero da ogni parola di morte, paura, perdita, ecc. ecc. o di ciò che il diavolo suggerisce con le sue menzogne in opposizione alla vita vittoriosa, gioiosa e vincente di Dio.
Avevo sperimentato così in un momento cruciale di disperazione che quando il Signore mi chiedeva di arrendermi una volta e per tutte a una vita di lode, questa era la mia unica via di scampo. “Sono qui, Signore” piangendo “mi arrendo a Te”. Dalla profondità del mio essere scaturì un potente torrente di lode a Dio.

Da quella notte in poi fui libero. Non furono più necessari i tranquillanti. Ogni volta che una nuvola di depressione si presentava, io trovavo che lodare il Signore mi faceva sparire completamente questo spirito di tristezza e di malinconia.
Con nessuna meraviglia che io fossi così entusiasta della lode, non feci più queste distinzioni calcolate tra preghiera e lode! Mi trovai a verificare nella mia esperienza circa la potenza della lode che cominciava a farsi strada nel mio spirito.
Mi trovai a tornare alla Bibbia sempre per vedere se ciò che pensavo era vero e, quanto più cercavo, tanto più ero sopraffatto dall’abbondanza di insegnamenti biblici sull’importanza della lode.

Alla fine cominciai ad essere d’accordo a trascorrere parte del mio tempo di devozione con dare lode a Dio. Con mia sorpresa scoprii che c’erano maggiori benedizioni, maggiore gioia e accadevano cose meravigliose mentre lodavo il Signore. Imparai presto che la preghiera e la lode sono le due ali della potenza spirituale. Non v’è alcun conflitto tra loro.
“In ogni cosa siano le vostre richieste rese note a Dio in preghiera, supplicazioni con azioni di grazie”, dichiara Paolo in Filippesi 4:6. E ancora: “Perseverate nella preghiera, vegliando in essa con rendimento di grazie” in Colossesi 4:2.

Così, mentre aprivo il cuore alla Parola, lentamente cominciavano a cadere in me i pregiudizi contro la lode e scoprii alcune straordinarie opere di Dio nella mia vita. Mi imbattei in questo grande verso della Scrittura: “Tu sei il Santo che sei circondato dalle lodi di Israele”: Salmo 22:3.
Il Signore abita in mezzo alla mia lode. Cioè, il Signore si manifesta mentre noi lo lodiamo.
La parola abitare significa “vivere dentro, dimorare dentro”. Perciò questa fu una rivelazione al mio cuore: che l’onnipotente Signore dimori, viva, si manifesti in mezzo alla mia lode.

Ringrazierò sempre il Signore di essersi servito di me per introdurre questo principio di lode. Ogni volta che Satana ha cercato di indebolire il mio sistema nervoso e la mia fede, ho osato coraggiosamente la potenza della lode e Dio ha risposto guarendo i miei nervi.

Ho spesso detto che nessuna persona potrà soffrire di esaurimento nervoso se pratica la potenza della lode. Perché? Perché Dio abita in mezzo alla nostra lode e dove Dio opera, nessuna condizione nervosa più prevalere. Paure, preoccupazioni, dolori, frustrazioni, tutti questi fattori negativi che contribuiscono a produrre l’esaurimento nervoso, sono allontanati mediante la lode gioiosa offerta a Dio. Non ho mai visto un cristiano che pratichi la potenza della lode andare a finire in un ospedale psichiatrico.

La lode è così in armonia con quanto Dio si aspetta da noi che è la potenza che rende fragranti le nostre vite delle cose migliori del cielo e del mondo. Nella versione inglese del Salmo 22:3 “Il Signore abita in mezzo alle nostre lodi di Israele”; cioè il Signore abita in mezzo alle nostre lodi e se tu fossi cieco e nudo e quant’altro, il Signore ascolterebbe la tua lode nel silenzio di te stesso, poiché il Signore dimora, abita, risiede in te da sempre.

La stessa consapevolezza è fede che diventa lode e preghiera insieme: quel silenzio consapevole che Dio abita dentro di te alleluia! Non dico abiterà, ma dico abita già da sempre e mai nessuno ti ha reso credente, consapevole di tutta quanta lode vivente che sei tu. Alleluia! Se tu non credi che dimori in Lui, Dio non esiste per te, infatti tu non dimori nel pensiero degli uomini, ma nel pensiero di Dio.

ALLELUIA!