30 marzo 2009

Siamo chiamati a servire

La tendenza naturale degli esseri umani è di provvedere ai propri bisogni e risolvere i propri problemi senza tenere conto degli altri ed anche, se lo trovano necessario, a loro discapito.

Ebbene, questi sono pessimi calcoli. Io vi dico che, nel vostro interesse, dovete decidervi a non lavorare più soltanto per voi stessi ma per la collettività. Sì, nel vostro interesse, perché voi siete una parte della collettività, e quando essa migliora e progredisce, anche voi beneficiate di quei miglioramenti. Voi stessi guadagnate, perché avete posto il vostro capitale nella banca che si chiama famiglia umana, la fratellanza universale di cui siete membri. Quando invece lavorate solo per voi, nell'interesse del vostro sé limitato, non potrà arrivarvi niente di buono da quell'attività.

Direte: «Ma sì, visto che ho lavorato per me». No, poiché il vostro sé separato, egoista, è un abisso senza fondo, sempre insoddisfatto, e lavorando per lui gettate tutto in quell'abisso. Dovete dunque spostare lo scopo del vostro lavoro e porlo molto in alto, in un ideale di universalità. Se dobbiamo scegliere tra la parola liberta’ e la parola servitu’ sono sicuro che preferiamo la parola liberta’. Eppure noi siamo stati liberati da Dio per servire. Un cristiano e’ un libero signore sopra ogni cos , e non e’ sottoposto a nessuno. Un cristiano e’ un servo zelante in ogni cosa, e sottoposto a ognuno. “Beati quei servi che il padrone, arrivando, troverà vigilanti, in verità vi dico che egli si rimboccherà le vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.“ (Luca 12:37).

Alleluia !

Nessun commento: